Comunicati Uila Ufficio Stampa

Ccnl alimentare, Vacondio dica tutta la verità

Dichiarazione del segretario generale Uila-Uil Stefano Mantegazza

“Le affermazioni del Presidente di Federalimentare Ivano Vacondio, infarcite peraltro di date e riferimenti contrattuali sbagliati, non finiscono mai di stupirci: prevede di litigare fino all’estate dell’anno prossimo, ma non si capisce bene con chi e soprattutto non spiega per quali motivi Federalimentare stia costringendo una parte delle aziende associate a subire il blocco delle flessibilità e degli straordinari attualmente in corso”.

Così Stefano Mantegazza, segretario generale Uila, in merito alle dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente di Federalimentare in occasione dei lavori di apertura di Cibus Forum, prima fiera post-lockdown dei comparti agroindustria e agroalimentare.

“I puristi sostenitori del Patto per la fabbrica che gridano allo scandalo di sospette deviazioni, se e quando vorranno passare dai roboanti comunicati stampa a un confronto di merito, scopriranno che non ci sono distanze tra quel patto e il nuovo contratto dell’Industria Alimentare” afferma Mantegazza che invita piuttosto Vacondio “ad avere il coraggio di dire, in primo luogo ai suoi associati, tutta la verità su questo rinnovo”.

“Dovrebbe dire” spiega Mantegazza “che la delegazione di Federalimentare ha condiviso con Fai-Flai-Uila tutto il testo dell’Accordo, comprese la struttura del salario e quelle norme che oggi Confindustria considera, a torto, ferite inferte al Patto per la fabbrica”. “Dovrebbe anche dire” prosegue Mantegazza “che la sua delegazione ha abbandonato il tavolo negoziale proprio all’ultimo solo perché non ha accettato l’incremento da 22 a 35 euro di un’indennità in cambio del blocco per due anni del premio per obiettivi e dello slittamento di 8 mesi della tranche salariale del 2021, rifiutandosi peraltro di proporre soluzioni alternative”.

“Infine” conclude Mantegazza, “il presidente di Federalimentare dovrebbe avere il coraggio di spiegare ai propri associati che le agitazioni in atto e quelle future sono dovute a una decisione tutta politica: l’indisponibilità a trovare una mediazione sugli ultimi 13 euro che scatteranno, peraltro, ad aprile 2023. Una mediazione che, a contratto chiuso, non può più essere trovata”.

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