Dichiarazione della segretaria nazionale Uila-Uil Alice Mocci
“Nella giornata mondiale del migrante, in cui vorremmo celebrare e sottolineare il valore che gli stranieri contribuiscono a dare al nostro Made in Italy agroalimentare, evidenziando la necessità di garantire loro un lavoro più sicuro, giusto e di qualità, ci troviamo invece a dover piangere le ennesime vite spezzate che ci lasciano, ancora una volta, increduli di fronte alla precarietà delle loro condizioni di vita.”
Lo dichiara Alice Mocci, segretaria nazionale Uila, commentando l’incidente che ha coinvolto quattro lavoratori agricoli indiani di Scansano Jonico, in Basilicata, che hanno perso la vita nel tragitto per il luogo di lavoro.
“Mentre confidiamo nelle attività ispettive e attendiamo che la magistratura faccia luce sulla dinamica dell’incidente, evidenziamo come i lavoratori agricoli tra i molteplici rischi cui sono esposti, affrontano anche quello di dover fare spesso centinaia di kilometri prima di raggiungere all’alba i campi e ritornare la sera a casa percorrendo strade pericolose e spesso non manutenute” aggiunge la segretaria. “Serve dunque che vengano garantiti maggiori controlli e che il tema dei trasporti sia considerato centrale nelle politiche sulla sicurezza e nel contrasto allo sfruttamento della manodopera.” A questo proposito aggiunge Mocci “sono migliaia i lavoratori migranti che lavorano in agricoltura e rappresentano una risorsa, ma vanno integrati in modo trasparente. Per questo ribadiamo la necessità di individuare percorsi di stabilizzazione per dare risposte chiare a tutti quei lavoratori entrati regolarmente nel nostro paese con un contratto da stagionale con i precedenti decreti flussi e che, non avendoli potuti convertire per i limiti numerici imposti dalla normativa fino al 2024, sono rimasti in Italia diventando dei lavoratori “fantasma”: continuano a lavorare nelle campagne ma sono invisibili e oggetto di ricatto dalla criminalità organizzata. E’ necessario per questi lavoratori, conclude la segretaria “che lavorano in condizioni di ricattabilità e sfruttamento, riconoscere un permesso per attesa occupazione in modo che possano essere assunti e contrattualizzati e applicare gli stessi criteri introdotti dal decreto legislativo 145.”
