Dichiarazione della segretaria generale Uila Enrica Mammucari
“Vogliamo la giustizia sociale nel piatto, vogliamo evidenziare che il cibo realizzato con lo sfruttamento del lavoro fa male. Il cibo deve essere buono e giusto e quindi bisogna contrastare con forza il caporalato. Questo è il nostro mantra che vogliamo rimettere al centro dell’agenda politica: gestione dei controlli più efficace, revisione delle politiche migratorie, piena attuazione della legge 199/2016 e mettere a terra con urgenza la Banca dati degli appalti, introdotta dal Dl agricoltura.”
Lo ha dichiarato Enrica Mammucari, segretaria generale Uila-Uil nel corso della tavola rotonda “agricoltura è: la dimensione sociale del cibo” che ha visto Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil, Enrica Mammucari, segretaria generale Uila e Vincenzo Gesmundo, segretario generale Coldiretti confrontarsi sui temi della giusta transizione climatica e sociale, della reciprocità negli scambi internazionali, dello sfruttamento e del caporalato, della sicurezza sul lavoro e del cibo artificiale.
“Dobbiamo ripensare il valore del lavoro in agricoltura, rimettere al centro il ruolo dei lavoratori che al pari degli agricoltori non sono nemici dell’ambiente ma sentinelle del territorio che garantiscono le eccellenze del Made un Italy sulle tavole di tutto il mondo e sono custodi di un’identità sociale e di tradizioni che rappresentano il tratto distintivo delle nostre comunità” ha aggiunto Mammucari per poi aggiungere“oggi sìamo qui per valorizzare tanto il lavoro quanto le aziende oneste che rispettano i contratti e ribadire che è necessario garantire il rispetto della reciprocità negli accordi commerciali”. La segretaria ha inoltre affrontato il tema dei flussi e della situazione dei lavoratori migranti che lavorano in agricoltura. “Sebbene abbiamo apprezzato alcune novità introdotte dall’ultimo decreto flussi, riteniamo necessario intervenire per restituire dignità alle decine di migliaia di lavoratori migranti entrati con i precedenti flussi e rimasti sospesi in una condizione di illegalità che oggi li rende veri e propri fantasmi”.
Dagli interventi di tutti i relatori è emerso tra l’altro il forte convincimento che i corpi intermedi sono ancora le principali sentinelle della democrazia sociale.