Comunicati Uila Ufficio Stampa

Etica e impresa, il sindacato pronto a collaborare a Carta etica del mondo produttivo

Dichiarazione del segretario generale Uila-Uil Stefano Mantegazza

“Ci auguriamo che l’iniziativa promossa dalla Fondazione Guido Carli per una carta etica delle imprese possa rapidamente prendere corpo e siamo pronti a collaborare, con le nostre idee e le esperienze maturate negli anni su questi temi, per la sua realizzazione”.

Così il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza commenta i contenuti del convegno “Etica e impresa. Due realtà conciliabili? Una sfida ancora aperta”, promosso dalla presidente della Fondazione Carli, Romana Liuzzo, in corso presso la sede della Borsa, a Milano.

“È evidente che una carta etica per le imprese non possa prescindere dal tema del lavoro e dalla valorizzazione delle persone che lo svolgono” prosegue Mantegazza. “Esistono già diverse importanti convenzioni internazionali che definiscono diritti e tutele dei lavoratori. Hanno tutte un difetto: non passano dalle enunciazioni ai fatti e spesso non coinvolgono le organizzazioni sindacali. Per dare gambe alle buone idee è necessario migliorare le condizioni di lavoro, le retribuzioni, il welfare, la formazione e tanti altri aspetti della vita delle persone, in primo luogo attraverso la contrattazione collettiva. Il sindacato può dare un valido contributo alla elaborazione di un nuovo codice etico del mondo produttivo: il nostro Paese ne ha particolarmente bisogno per rendere più trasparente un mercato del lavoro troppo opaco e per costruire con i consumatori una nuova alleanza consapevole”.

“Proprio la scorsa settimana a Bari” conclude Mantegazza “insieme ai principali attori della filiera agroalimentare e alla ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova, abbiamo proposto un modello di sviluppo sostenibile per il settore, basato su qualità dei prodotti, processi produttivi a basso impatto ambientale e lavoro etico, come unica strada percorribile per ridare slancio all’economia nazionale e affermare il valore del Made in Italy sui mercati internazionali”.

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