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Manodopera agricola, dare precedenza ai nostri disoccupati

Dichiarazione del segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza

“Dati alla mano, per soddisfare il fabbisogno di manodopera agricola dichiarato dal sistema delle imprese, basterebbe che un disoccupato su dieci accettasse di lavorare nel nostro settore. A livello nazionale, risultano disoccupate oltre 2 milioni e mezzo di persone di ogni etnia, religione e razza, tutti iscritti ai centri per l’impiego: ad esempio in Toscana servono 22.000 persone nei campi e ci sono oltre 120.000 disoccupati, in Veneto servono 5.000 stagionali e i disoccupati sono 140.000, di cui 12.500 beneficiari di reddito di cittadinanza e gli esempi potrebbero continuare”.

Lo dichiara il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza sul tema della mancanza di lavoratori nelle campagne italiane in questi giorni al centro del dibattitto.

“Il problema, dunque, non è la mancanza di richieste di lavoro” spiega Mantegazza “ma come coniugarla con le offerte delle aziende. E questo non può che avvenire a livello territoriale, in tutte le province italiane. Gli Enti bilaterali territoriali agricoli (Ebat), previsti tra i soggetti attuatori della legge 199/2016, devono attivarsi per essere il momento di incontro tra domanda e offerta di lavoro in un contesto in cui purtroppo l’elenco dei disoccupati tornerà drammaticamente ad allungarsi”.

“Raccogliere attraverso una piattaforma informatica le richieste delle aziende, trasmetterle al centro per l’impiego competente affinché le incroci con le domande di lavoro, è una attività che gli Ebat possono e devono svolgere in questo momento” aggiunge Mantegazza “Gli Ebat possono inoltre svolgere per i lavoratori tutte le attività di formazione in materia di sicurezza, necessaria in questo momento e certificare i nuovi rapporti di lavoro.

“È un’occasione da non perdere” conclude Mantegazza “la strada obbligata per sconfiggere il caporalato”.

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