Comunicati Uila Ufficio Stampa

Caporalato, dopo le fucilate, i colpi di catena. Urge intervento incisivo del Governo

Dichiarazione del segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza

“Ha avuto la pretesa di reclamare la giusta paga per il suo lavoro da stalliere; per questo motivo il datore di lavoro lo ha preso a catenate in faccia. E’ accaduto ancora una volta ad un lavoratore indiano che, insieme ad altri colleghi privi di permesso di soggiorno, lavorava alle dipendenze di un sedicente imprenditore, titolare di un maneggio a Casal Palocco, alle porte di Roma. Siamo di fronte all’ennesimo caso di persone ridotte a lavorare in schiavitù e alla dimostrazione che le fucilate di Latina, come le catenate di Casal Palocco, sono la punta di un iceberg di dimensioni molto più vaste.”

E’ quanto afferma Stefano Mantegazza, segretario generale Uila, in merito alla vicenda che ha coinvolto dei lavoratori indiani sfruttati in un maneggio a Casal Palocco. Il pronto intervento dei Carabinieri ha consentito il ricovero in ospedale del lavoratore colpito e ha portato alla denuncia per lesioni personali del datore di lavoro, multato inoltre con una sanzione amministrativa di quasi 6.000 euro e sospeso dall’attività imprenditoriale.

“Chiediamo per l’ennesima volta alla politica tutta e al Governo in particolare provvedimenti immediati e incisivi: chi è sfruttato, chi vive addirittura in schiavitù deve essere tutelato se decide di denunciare il suo oppressore” insiste Mantegazza. “Vogliamo un provvedimento di legge di urgenza che si aggiunga a un cronoprogramma delle azioni di lotta contro il caporalato e lo sfruttamento che deve vedere la costituzione immediata in tutti i territori delle sezioni della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità”. “Come UILA intendiamo, inoltre, anche in questo caso tutelare direttamente i lavoratori interessati al fine di accertare i loro crediti, dovuti alle inadempienze contrattuali nonché a quelle contributive e fiscali a carico del sedicente imprenditore”.

 

 

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