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CAPORALATO, LA TV DI STATO TEDESCA ARS SWR ALLA UIL FOGGIA PER UN SERVIZIO SU LAVORO NERO NELLA RACCOLTA DEL POMODORO

CAPORALATO, LA TV DI STATO TEDESCA ARS SWR ALLA UIL FOGGIA PER UN SERVIZIO SU  LAVORO NERO NELLA RACCOLTA DEL POMODORO

La UIL Foggia ha ospitato, nella giornata di ieri, la troupe della TV di stato tedesca ARS SWR per un’intervista su caporalato e lavoro nero legati alla raccolta del pomodoro.

Il pensiero non può non tornare indietro di un anno, quando furgoni tenuti insieme con il fil di ferro, con all’interno panche di legno instabili, furono coinvolti in incidenti stradali dovuti alla stanchezza al termine di una pesante giornata lavorativa sotto il sole cocente, e perirono 16 giovani lavoratori, 16 vite furono spezzate per il lavoro.

Nel corso dell’intervista sono nate spontaneamente tante domande:

“Cosa è cambiato nell’ultimo anno? 16 persone sono morte invano? Cosa è stato realizzato per contrastare il fenomeno del caporalato nella nostra terra? Si può sopportare ancora che pochi imprenditori agricoli infingardi, che magari pagano un paio di euro l’ora i lavoratori e li fanno alloggiare in container senza finestre e servizi, che rasentano vere e proprie forme di moderna schiavitù, possano trattare in questo modo i braccianti, possano infangare l’attività di tanti produttori agricoli onesti e laboriosi, possano macchiare la qualità dei nostri prodotti di eccellenza, possano distorcere l’immagine di un popolo ospitale e generoso come il nostro?”

Purtroppo, la risposta è che poco è stato fatto poco.

L’azione repressiva messa in atto dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, sicuramente da elogiare anche per le difficoltà investigative del caso, da sola non basta.

I moduli abitativi messi a disposizione dalla Regione Puglia, pur rappresentando una lodevole iniziativa, non riescono a garantire le migliaia di migranti che si riversano nel nostro territorio nel periodo della raccolta del pomodoro.

Sul versante dei trasporti si sono realizzate sterili iniziative utili solo per selfie e spot sui social e sulle testate giornalistiche; nulla che concretamente si avvicini a quello che amiamo definire il “caporalato bianco”; un sistema legale, rapido, efficiente, affidabile, mutuato da quello utilizzato dagli stessi caporali.

Per l’intermediazione di manodopera da registrare favorevolmente, come un raggio di sole in una giornata uggiosa, la premialità erogata dalla più grande azienda di trasformazione del pomodoro del territorio ai produttori che, insieme ad altri requisiti, garantiscano l’iscrizione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. Una lodevole iniziativa privata, mentre lo Stato si ostina a non istituire forme di convenienza per l’iscrizione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità e a non agevolare le aziende agricole virtuose.

Quando l’intervista è terminata, sono state spente le luci; esattamente come un anno fa quando, dopo il clamore dei tragici incidenti di agosto, si sono spenti i riflettori e si sono lasciati gli attori dell’agroalimentare a ricercare le migliori soluzioni per contrastare la piaga del caporalato.

Per la Uil e la Uila, però, le luci sono sempre state accese e sempre lo saranno; sono state rappresentate proposte in merito in tutte le sedi istituzionali coinvolgendo anche il Premier Conte, e continuerà l’azione di denuncia, di stimolo e di proposta alle istituzioni affinché si tenga sempre viva l’attenzione per contrastare il fenomeno del caporalato e del lavoro nero.

Ai sindacati e agli attori dell’agroalimentare resta il dovere di continuare a tenere alta l’attenzione affinché l’azione di contrasto al caporalato non conosca soste.

E’ un dovere che abbiamo tutti, quello di non dimenticare.

 

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